Valdobbiadene e le Rive
Il paesaggio
L’area di coltivazione è costituita da colline, patrimonio UNESCO, i cui pendii sono stati nel tempo modellati non solo dai ghiacciai ma anche dall’incessante e appassionato lavoro dell’uomo.
Il paesaggio è bellissimo ma il terreno è difficile da coltivare. Con i suoi vigneti posti sui ripidi pendii, a volte è difficile rimanere in piedi: queste sono le Rive. Si tratta in questo caso di coltivazioni a ragione definite “eroiche”, gestite senza l’ausilio delle macchine solo con passione e tanto coraggio.
Valdobbiadene e le Rive: vitigni e coltivazione
In quasi tutta la DOCG, le operazioni in vigneto sono necessariamente effettuate a mano. Questo consente di preservare l’integrità delle bucce e degli acini, fondamentale per la conservazione e il successivo trasferimento degli aromi e del gusto nei vini.
La coltivazione in collina viene fatta con filari a “gira poggio”, una sistemazione agraria del terreno adatta a conservarne la fertilità e a contenere i fenomeni erosivi dovuti alla pendenza.
Le uve degli antichi vitigni autoctoni ancora oggi coltivate in tutta la zona, sono utilizzate dai produttori per comporre l’uvaggio per la vinificazione, insieme a piccole porzioni di Pinot e Chardonnay.
Tradizionalmente i vitigni usati erano quello del Prosecco Balbi acino tondo (dal grappolo spargolo, allungato con acini tondi e diseguali), e più raramente acino lungo (oggi entrambe varietà di Glera). Altri, quasi scomparsi, sono come quelli di Perera, Bianchetta, Verdiso, Garganega, Boschera e Malvasia d’Istria.