Vitigni minori delle terre del Prosecco
Perera, Bianchetta, Verdiso e Boschera
Perera, Bianchetta, Verdiso, Boschera, Marzemina bianca, Garganega, Malvasia: un secolo fa nella produzione del Prosecco, tra le colline di Valdobbiadene Conegliano, era molto diffusa la pratica di utilizzare un mix di uve tra quelle coltivate storicamente in zona, che comprendeva specie oggi rare come appunto la Perera, la Bianchetta ecc…
Con riguarda alla situazione attuale, il regolamento del Consorzio stabilisce che per la produzione di vino fermo, vino frizzante e vino spumante il Prosecco può essere ottenuto da Glera in purezza o da un minimo dell’85% di Glera con l’aggiunta del 15% di altre varietà minori come Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco).
Alcuni cenni su storia e caratteristiche delle varietà minori più tradizionali e meno conosciute:
Perera
Perera detta anche Pevarise, coltivata già nel XIX secolo; l’uva era utilizzata in piccole percentuali nella vinificazione del Prosecco, soprattutto nella zona di Valdobbiadene, Col San Martino, Solighetto e nel Felettano, per aumentate il profumo e l’aroma del vino. Il nome è attribuito al gusto e profumo particolare (polpa di pera) o forse, alla forma dell’acino simile ad una pera rovesciata. La vite di Perera fu decimata negli anni dall’attacco della flavescenza dorata, una malattia che danneggia la linfa della pianta, provocandone l’arresto dello sviluppo e la morte. La coltivazione anche per questo ha finito per diventare negli anni marginale, e solo ultimamente si assiste a qualche segnale di rinascita.
Verdiso
Il nome verdiso deriva dal colore tendente al verde degli acini. E’ coltivato nella zona di Conegliano Valdobbiadene dal 1700; nel XIX secolo era molto diffuso, superando per produzione ogni altro vitigno della zona. Il grappolo è medio, piramidale, a volta con un’ala; gli acini elissoidali medio-grandi; la buccia sottile e pruinosa di colore giallo-verdastro. Era un tipo d’uva che marciva facilmente e quindi, con la scomparsa dei prodotti a base di rame, che rendevano più resistente le bucce, fu gradualmente sostituito dal glera.
Il verdiso è un vitigno autoctono dell’Alta Marca trevigiana, dove è stato sempre apprezzato per la capacità di apportare acidità, sapidità e freschezza ai bianchi di collina. Sopravvive ancor’ oggi una piccola produzione residuale di verdiso, vinificato in purezza, ed ogni anno, a Combai (TV), i pochi produttori presentano i loro vini nella mostra del verdiso.
Bianchetta
Fin dal ‘700 si ha notizia di un’uva chiamata “Bianchetta”, utilizzata nel trevigiano per “ingentilire” ed aumentare il grado dell’antenato del prosecco, soprattutto nelle annate fredde. Il nome veniva usato per indicare il colore delle bacche e in molti casi andava ad indicare anche uve diverse tra loro.
Dal momento che maturava prima, la vite era coltivata spesso nelle colline più alte, dove le condizioni ambientali si rivelavano più difficili. Il grappolo si presenta medio, tendenzialmente piramidale, corto e compatto. Gli acini medi sferoidali con una buccia pruinosa di colore verde-giallastro. Questa uva ormai rara, viene qualche volta usata in abbinamento a quelle di verdiso e glera per produrre il prosecco più tradizionale, fermentato in bottiglia, con fondo.
Boschera
Il boschera è un vitigno originario della zona di Vittorio Veneto (TV). Viene coltivato in vigneti alti a ridosso dei boschi; produce poca uva a bacca bianca, adatta all’appassimento perché gli acini hanno una buccia dura e puntinata e una marcata acidità. Con le varietà Glera e Verdiso le uve Boschera vengono tradizionalmente fatte appassire su graticci. La vinificazione è fatta a Pasqua, ed il particolare vino che se ne ricava è il rinomato Torchiato di Fregona, prodotto da oltre un secolo ai piedi del Cansiglio.
Il vino comune che si ricava da queste uve in purezza, è un vino di colore giallo paglierino, leggermente aspro, fruttato con sentori di mela acerba.
Marzemina bianca
La marzemina Bianca è un vitigno di antica coltivazione, dalle origini incerte: secondo alcuni proveniente dalla Borgogna, si è successivamente diffuso in Germania, Austria, Svizzera ed Italia. Qualcuno lo indica come sinonimo dello “Chasselas dorato”. In Italia era coltivato soprattutto nella Marca trevigiana, sui Colli Euganei e in altre zone vinicole del Veneto.
Il grappolo è medio, piramidale con acini grossi e buccia piuttosto spessa. La marzemina bianca è stata in passato soprannominata Sciampagna per le caratteristiche del vino che ne deriva, aromatico e frizzante.